Eventi - I Convegni A.N.PO.S.DI.

L'Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, ogni anno organizza due Convegni in diverse città italiane. Uno nel periodo Primaverile, denominato Convegno di Primavera e l'altro nel periodo autunnale, denominato Convegno d'Autunno.

CONVEGNO DI PRIMAVERA

Repubblica di San Marino - 16/20 maggio 2013

CONVEGNO DI PRIMAVERA - Repubblica di San Marino - 16/20 maggio 2013 Si è appena concluso il CONVEGNO DI PRIMAVERA, tenutosi a Repubblica di San Marino - 16/20 maggio 2013
STORIA, LEGGENDA, DAME, CAVALIERI... E POETI
IL CONVEGNO DI PRIMAVERA A SAN MARINO
di Francesca Candotti

Questa volta sbarchiamo all’estero!
E ci sembra quasi un’esagerazione definire “estero” questa piccola Repubblica, incuneata tra le nostre regioni italiane e partecipe anche della vita, della lingua e delle vicende della nostra Italia. Ma così è: orgogliosamente fiero della sua storia, delle sue tradizioni, delle sue leggende, delle sue istituzioni, questo piccolo Stato (61Kmq di superficie e 32.284 abitanti) ha sfidato i secoli rimanendo indipendente e sovrano.
“L’azzurra vision di San Marino”, come scrisse il poeta Giovanni Pascoli, rapisce i nostri sguardi, si impone col profilo della Rocca e delle torri che si stagliano contro il cielo e dominano il paesaggio, dall’alto del monte Titano. Dall’hotel San Giuseppe, in Valdragone, che ci accoglie, confortevole e spazioso, circondato da un grande parco ricco di alberi e aiole, ci appare come vigile sentinella, a difesa di quella libertà che ha caratterizzato la storia di questa Repubblica.
Basta scorrere il materiale informativo trovato nelle nostre stanze, tra cui una bella e completa guida, per renderci conto che questo piccolo Stato non è solo un mondo di fiaba, un’oasi tranquilla dove sembra che il tempo si sia fermato, ma uno Stato che si è modernizzato attraverso i secoli e che si è aperto al mondo, stabilendo relazioni con Paesi europei ed extraeuropei e mettendo in campo iniziative culturali ed eventi di respiro internazionale.
Il fascino di San Marino, riconosciuta nel 2008 dall’UNESCO “Patrimonio inalienabile dell’umanità”, ha certamente contribuito a farci ritrovare numerosi al XX Congresso A.N.PO.S.DI., che si è svolto dal 16 al 20 maggio.
E’ sempre un piacere ritrovarsi. Il pomeriggio di giovedì 16 è riservato proprio all’incontro con i vecchi amici e ad una prima esplorazione libera dell’ambiente circostante, mentre il Consiglio Direttivo e i Delegati Regionali si riuniscono nella Sala Verde per coordinare i lavori del Congresso.
Coinvolgere il territorio ospitante è una priorità per il nostro Presidente e per i suoi collaboratori, e questo probabilmente è il segreto della riuscita dei nostri convegni. Tutto ciò che fa cultura, infatti, è scambio di idee, di esperienze, di risorse che si traduce spesso anche in legami di reciproca stima ed amicizia. Le Istituzioni di San Marino hanno seguito il nostro Congresso in modo ammirevole, condividendone gli scopi, il nostro S.O.S. lanciato per salvare i dialetti, e dimostrando un interessamento ed una cordialità che vanno ben oltre la semplice disponibilità e cortesia.
Le autorità ci danno il benvenuto ancora in serata, nella persona del Segretario di Stato alla Cultura (corrispondente al nostro ministro) dott. Giuseppe Morganti, che insieme alle parole di saluto esprime il suo apprezzamento per la nostra Associazione, che mantiene vivo il patrimonio prezioso dei dialetti, e il suo compiacimento per poter ospitare a San Marino il Congresso.
Venerdì 17 (non siamo superstiziosi) ci raduniamo in assemblea nell’imponente aula magna dell’hotel. Il presidente dott. Mimmo Staltari, dopo aver espresso la sua soddisfazione per aver potuto organizzare il Congresso a San Marino e per la risonanza a livello mediatico avuta dal nostro S.O.S., ci informa sui programmi per il futuro, che prevedono il raggiungimento con i convegni di tutte le regioni d’Italia, mancando ancora la Valle d’Aosta, la Basilicata e il Veneto, dove per altro si terrà il prossimo Congresso d’autunno; potenziare il sito web è un altro degli obiettivi, essendo il mezzo che può diffondere la conoscenza dell’Associazione e incrementare le adesioni. Ci fa notare come la nostra rivista “Voci dialettali” sia cresciuta nell’offerta e quindi nel suo prestigio, tanto da essere consultata da molti, come le nostre antologie, che vengono apprezzate e richieste da studiosi e cultori del dialetto.
Ci fa ben sperare la presentazione dei nuovi soci, soprattutto perchè alcuni sono molto giovani: in particolare a loro diamo il più caloroso benvenuto, con l’augurio che possano portare il loro prezioso contributo di entusiasmo e di energie all’Associazione... insieme ad altri amici coetanei che aspettiamo a braccia aperte: perchè sono i giovani il futuro dell’associazione, dei dialetti e della difesa dei dialetti.
Dalla relazione del revisore dei conti Giorgio Bruzzese (che sostituisce il tesoriere Augusto Borsari, assente per motivi di salute, al quale facciamo di cuore i nostri auguri) apprendiamo con viva soddisfazione, in questi tristi tempi di crisi, che l’Associazione gode di ottima salute, che l’attivo è nientemeno che aumentato e che sono state decurtate alcune spese. Altra notizia confortante: l’incremento dei soci, che in questi ultimi quattro anni sono passati da 200 a 234.
Si vota infine per il rinnovo del Consiglio Direttivo (9 consiglieri anziché 13) e dei revisori dei conti (3).
Nel pomeriggio, con i pullman messi a nostra disposizione, raggiungiamo San Marino capitale. Una delegazione di poeti rappresentanti le varie regioni presenti al Congresso (quasi la totalità), insieme al presidente, viene ricevuta nell’antico palazzo sede della Segreteria di Stato Istruzione e Cultura dalla dott. Beatrice Giordani, segretario particolare, e dalla dott. Palma Crudi, responsabile della Segreteria. E’ un incontro molto cordiale, nel quale la dott. Giordani esprime la sua condivisione per gli obiettivi dell’Associazione, sottolineando l’importanza del dialetto e della sua salvaguardia. Pur notando che anche nella Repubblica di San Marino l’uso del dialetto (di matrice romagnola con qualche influenza marchigiana) è in diminuzione rispetto al passato, osserva che negli ultimi anni è aumentato il suo uso come lingua letteraria, così come in genere in Italia, accrescendone il prestigio. Per rimarcare il valore unico del dialetto conclude citando il grande regista Federico Fellini, che usò spesso i dialetti nei suoi film e, come ebbe a dire il maestro, “non solo per motivi di credibilità, di coerenza, di folklore o di suggestione, ma perchè il dialetto riesce ad esprimere con una forza, una violenza addirittura visive, folgoranti connotazioni di tipo storico, psicologico, sociologico, emotivo”. Per cui il regista definì il dialetto “una sonora, incessante metafora da proteggere e conservare”.
Ha concluso l’incontro un simpatico e signorile rinfresco, nel quale abbiamo avuto modo di gustare lo spumante Riserva Titano, prodotto a San Marino, e la squisita torta “Tre monti”, caratteristica del luogo, confezionata ancora con gli antichi stampi che recano impresso lo stemma della Repubblica.
La visita al Museo di Stato ci permette di ammirare interessanti reperti archeologici, dalle monete ai vasi istoriati, da oggetti di uso quotidiano ai gioielli, reperti provenienti da scavi in zona oppure materiale di donazione. In altre sale splendide pitture di varie epoche datate tra il XVI e il XIX secolo, tra le quali S. Filippo Neri del Guercino (del 1656), San Marino di Pompeo Batoni (del 1750), una dolcissima Madonna della Rosa di Elisabetta Sirani (del 1661). Splendido il polittico cinquecentesco di Francesco Menzocchi.
C’è ancora tempo per disperdersi nelle ripide stradine della città-stato, per ammirare gli antichi palazzi, gli scorci più suggestivi, le vetrine dei numerosi negozietti che allettano i turisti; ma non c’è abbastanza tempo per vedere tutto quello che vorremmo vedere, così in cuor nostro speriamo di ritornarci.
Abbiamo fatto la conoscenza con Checco Guidi, poeta dialettale sammarinese che porta avanti un laboratorio dove i bambini apprendono gli antichi proverbi in dialetto, i detti popolari, le usanze locali di un tempo e si cimentano nella recita di poesie e scenette dialettali. Ne abbiamo un saggio in serata, godendo della spontaneità e bravura dei piccoli attori e apprezzando il lavoro meritorio di Checco Guidi perchè il patrimonio dialettale e popolare sammarinese non vada perduto.
Anche lo spettacolo medievale a cura della Compagnia dell’Istrice “I fanciulli di Olnano” ci dimostra l’impegno e la volontà di salvare la memoria storica, le antiche usanze e gli antichi linguaggi. Bellissimi i costumi di dame e cavalieri, scrupolosamente confezionati sui modelli forniti da antiche pitture, e particolarmente interessanti i canti medievali in latino inneggianti alle stagioni e la recita di pezzi in bilico tra storia e leggenda e di stralci dal “Dolce stil novo” di Dante: perchè latino, volgare, lingua, dialetto sono le nostre radici intrecciate nel tempo lungo i secoli, che non possono essere districate o divelte, né dimenticate.
L’escursione di questo Congresso ha avuto per meta, sabato mattina, San Leo, luogo che ospitò l’eremita Leone (Leo) e antica sede della dinastia dei Montefeltro.
La fortezza medievale si erge maestosa sul precipizio roccioso, quasi in pericolo, e la sua vista anticipa quella vaga inquietudine che ci prende visitando sale, percorrendo stretti corridoi, salendo e scendendo per strette e ripide scale. Sarà per l’aria sinistra delle prigioni sotterranee, per quella mostra di orribili strumenti di tortura, per gli antichi ferri chirurgici usati su poveri malcapitati e i libri ingialliti di alchimia e gli alambicchi e le formule magiche... o per il fantasma di Cagliostro che aleggia ovunque, soprattutto nella cella dove fu murato e morì dopo una lunga prigionia, con quella botola sul soffitto, unica comunicazione con l’esterno... certo è che, uscita dalla Rocca, ammiro con un respiro di sollievo il meraviglioso, verdeggiante panorama con la cittadina accoccolata ai piedi della rupe e mi sento risollevata nello spirito.
Scendiamo a piedi e percorriamo le stradine tra gli antichi palazzi, immersi in una grande, silenziosa pace; spiamo nei negozietti di souvenir e visitiamo la splendida Pieve, dell’XI secolo, che la tradizione vuole innalzata sulla celletta del IV secolo dove San Leone si ritirava a pregare. Poco distante la bellissima Cattedrale di stile romanico, dedicata al santo patrono Leone, di antica fondazione e ricostruita nel 1173.
Il percorso in pullman ci ha dato modo di passare da alcuni centri della Repubblica, tranquilli e ordinati paesi immersi in un dolce paesaggio di collina. Sono otto i nuclei abitativi, chiamati “castelli”, oltre alla capitale.
Le relazioni di insigni docenti e studiosi sono il punto di forza dei nostri convegni. Gli argomenti sono sempre interessanti e pur gravitando intorno al dialetto ogni relatore ne coglie aspetti diversi.
Il prof. Giuseppe Chicchi, docente di Economia del Turismo a La Sapienza di Roma, ci parla sabato 18 su “I dialetti nell’era globale: patrimonio o relitto?”
Una analisi dotta e approfondita, la sua, che parte dalla ricchezza semantica dei dialetti, usati e apprezzati da grandi maestri come Fellini e Pasolini, e giunge all’omologazione culturale e linguistica utile al mercato, al consumo e alla smisurata potenza dei mezzi di comunicazione, che avvicinano luoghi e persone molto lontane, soppiantando il dialetto, che è mezzo comunicativo di una comunità ristretta. La domanda è se nell’era della comunicazione abbia ancora un ruolo il dialetto. Il professore risponde che vi sono oggigiorno esperienze che indicano un percorso inverso: comunità di consumatori che riscoprono i valori della comunità ristretta e il legame al territorio, valorizzando e difendendo i prodotti, le attività e le peculiarità locali.
Termina con un’ipotesi che egli stesso definisce “azzardata”: un futuro segnato dal decadimento della lingua nazionale, corrotta dai neologismi e dall’uso dell’inglese, e la nascita di una lingua comune a molti che convive con i dialetti, a patto che questi sappiano rigenerarsi con continue invenzioni.
La relazione, domenica 19, del nostro socio prof. Stefano Rovinetti Brazzi, docente di latino e greco al Liceo Ginnasio “Galvani” di Bologna, ha per tema “Oltre il bozzetto, alcune voci della poesia dialettale romagnola”.
Egli propone alla nostra attenzione i poeti Nino Pedretti e Raffaele Baldini, commentando alcune poesie di questi autori, che sentiamo anche dalla loro viva voce registrata, e guidandoci alla comprensione profonda dei testi. Il tema del ricordo, del tempo che bussa dentro il tempo, dell’uomo che è e nel medesimo tempo non è, il dialetto come lingua in cui convivono silenzio e voce, il dialetto che dà forma concreta alla vita: questi alcuni tratti caratteristici di Pedretti portati alla nostra riflessione. Più tragica la poesia di Baldini, segnata da dubbi e paure, dal nulla e dal richiamo dell’eterno, dal concetto di un uomo né malvagio né virtuoso.
La poesia dialettale, conclude il professore, supera il bozzetto quando si pone i problemi dell’essere.
Auspicabile che siano proposte nei convegni futuri altre figure di grandi poeti dialettali, per attingere dai maestri insegnamenti utili nell’arte difficile del poetare e poter crescere, cogliendo temi e stili della vera poesia.
Per la conoscenza del territorio ospitante ci parla un suo illustre cittadino, l’avv. Alvaro Selva, noto per il suo impegno di studioso, di scrittore e di politico. Il titolo della relazione è “Conoscenza storica ed istituzionale della Repubblica di San Marino”.
Dalle origini dello Stato, che si confondono con la leggenda dei due neofiti Marino e Leo, che verso la metà del duecento, perseguitati da Diocleziano, si rifugiarono in questi luoghi conducendo vita da eremiti, il relatore ci conduce attraverso i secoli nel percorso di crescita di questa comunità, raccolta inizialmente intorno ad un monastero e che via via sviluppò, insieme alla volontà e alla necessità di difendere la propria indipendenza, la capacità di autogestione di interessi locali e di cura degli aspetti civili. Nacquero così dall’arengo i regolamenti e gli statuti, che nel tempo furono ampliati, perfezionati e modernizzati quando necessario, pur restando l’Ordinamento politico ed amministrativo saldamente ancorato al passato. L’Arengo (i cittadini), il Consiglio Grande e Generale (il Parlamento), i due Capitani Reggenti (capi di Stato), il Consiglio dei XII (esercita funzioni civili ed amministrative) affondano le radici nella storia, mentre il Congresso di Stato (Governo) è nato nel 1945, dalla fusione di altri due organi.
La sovranità di questo piccolo Stato fu nelle vicende della penisola e nel mondo sempre riconosciuta e rispettata: nel 1797 da Napoleone; nel 1849, dopo la capitolazione della Repubblica Romana, dagli Austriaci che inseguivano Garibaldi, che qui trovò asilo per alcuni giorni; dai Tedeschi nella II guerra mondiale, tanto che San Marino potè dare asilo a 100.000 Italiani sfollati o rifugiati, che furono assistiti e protetti.
Il rispetto del diritto di asilo e il principio di neutralità nei conflitti caratterizzarono sempre la storia di San Marino.
Parte importante dei nostri convegni sono i recital, che ci vedono protagonisti aperti al confronto e attenti alle voci dialettali di tutte le regioni presenti. Chi frequenta i convegni ormai ha assuefatto l’orecchio ad accenti e linguaggi diversi e spesso riesce a comprendere i testi anche senza servirsi della traduzione a piè pagina, nell’elegante brossura che costituisce una vera e propria antologia dialettale d’Italia. Gli stacchetti musicali di Giorgio Bruzzese accompagnato dalla sua chitarra ci regalano canzoni popolari delle varie regioni, creando una sorta di simbiosi tra il recitato e il cantato, tra la poesia e la musica.
I momenti musicali sono sempre di qualità, ai nostri convegni, e anche a San Marino abbiamo apprezzato le serate a cura di Gabriele Guardigli e del trio jazz a cura di Roberto Monti. E’ l’ora del relax negli ampi salotti dell’hotel, dove all’ascolto si unisce il colloquio con amici, negli angoli più appartati, e per i più... coraggiosi e dotati si accendono le luci della ribalta in danze-vecchi tempi.
Da ricordare anche il coinvolgente monologo in dialetto napoletano “Nun me tuccate ‘o Crucefisso” del socio poeta Salvatore Calabrese, che interpreta un personalissimo “Pulcinella.
Non si può dimenticare la messa domenicale nel Santuario del Cuore Immacolato di Maria, bella costruzione moderna composta da una chiesa superiore e una inferiore. Padre Augusto Savelli, frate minore francescano, ci trasmette con le sue parole tutto il suo fervore, con una semplicità e una letizia davvero francescane; momenti di intensa spiritualità ed unità fraterna, sottolineati dalle nostre “intenzioni” nei vari dialetti e dall’offerta dei doni.
Nel giardino davanti alla chiesa un vetusto ulivo che conta la bellezza di 2400 anni sembra aspettare i curiosi che vi si affollano intorno. Ma quello è il logo vivente della nostra Associazione! Le sue radici che affiorano dal terreno sono quelle che tracciano i confini della penisola e i due tronchi gemelli, vere sculture del tempo, sono la Poesia e il Dialetto che da quelle stesse radici traggono la linfa! Deve aver pensato a questo Nicola Sacco, nel comporre la pittura che sintetizza il nostro Congresso, dove troneggia il plurimillenario ulivo.
La domenica ci ha riservato ancora una sorpresa, l’arrivo degli amici veneti di Bassano del Grappa: Eusebio Vivian, anima della poesia veneta e del Concorso “Aque slosse”, che quest’anno si apre a tutte le regioni d’Italia per il libro edito; la dott. Paola Bertoncello, dirigente scolastica, ed Evaristo Borsatto, segretario del Premio. Ci portano il saluto dell’Accademia “Aque slosse”, ci parlano del Premio per il libro edito, che il Congresso d’autunno terrà a battesimo, e ringraziano per la collaborazione dell’A.N.PO.S.DI. La dott. Bertoncello, nel suo intervento, ringrazia i poeti che sanno dare voce alle emozioni e sottolinea l’importanza di portare la poesia nelle scuole, perchè i ragazzi non sanno più esprimersi: il loro vocabolario è ristretto, il loro modo di parlare costituito troppo spesso da banalità e “parolacce”; il dialetto, che è anche portatore di valori, è dimenticato, le famiglie che lo parlano sono drasticamente calate negli ultimi vent’anni. “Grazie di esserci” conclude la dott. Bertoncello “grazie al Presidente per la sua disponibilità, preparazione e precisione.”
Eusebio Vivian dà inizio al nostro secondo recital con una sua poesia, profonda e toccante, e poi gli amici veneti ci lasciano, perchè il viaggio è lungo, con un caloroso arrivederci a Bassano del Grappa.
I quattro giorni del Congresso sono volati, il lunedì affolliamo la hall con le nostre valigie. E’ il momento dei saluti. Andiamo via un po’ più ricchi: di esperienze, di stimoli, di poesia, di bellezza, di fiducia; perchè abbiamo riallacciato rapporti, stretto nuove amicizie, assimilato cultura e conosciuto un territorio che ha saputo trasmetterci l’anima vera della sua gente, attraverso persone e istituzioni. Grazie dunque a tutti: autorità di San Marino, Presidente A.N.PO.S.DI., relatori e collaboratori. E’ stato bello esserci e tutto è andato per il meglio.
Solo il tempo poteva essere migliore; ma per dirla nel mio dialetto trentino e con la saggezza dei proverbi “al temp e ale done no se ghe comanda”.

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