Eventi - I Convegni A.N.PO.S.DI.

L'Associazione Nazionale Poeti e Scrittori Dialettali, ogni anno organizza due Convegni in diverse città italiane. Uno nel periodo Primaverile, denominato Convegno di Primavera e l'altro nel periodo autunnale, denominato Convegno d'Autunno.

CONVEGNO D'AUTUNNO

Fiuggi (FR) • 10 - 12 ottobre 2008

CONVEGNO D Si è appena concluso il CONVEGNO D'AUTUNNO, tenutosi a Fiuggi (FR) • 10 - 12 ottobre 2008
Fiuggi Fonte, vivace cittadina famosa per l’acqua termale e per la raffinata ricettività alberghiera, ha accolto una nutrita schiera di convegnisti (oltre 200 persone distribuite tra l’Hotel Bristol, il Continental e l’Iris). Un sole quasi estivo ha rallegrato le intense giornate in terra ciociara, organizzate con l’abituale competenza dal Presidente Mimmo Staltari, presente e infaticabile come sempre, prodigo di trofei e diplomi, generosamente consegnati ad autorità, guide, albergatori, poeti, conferenzieri. Durante la riunione dei soci, il suo discorso ha toccato argomenti di vario tipo: dalla crescita dell’Associazione, che annovera sempre nuove presenze, al ricordo per i poeti defunti, al saluto rivolto a cenacoli e testate giornalistiche che si occupano del dialetto (dalla Famiglia canavesana a Ciacere, a Voce romana, alla Rivista franco-provenzale, alla Famiglia legnanese, al Marranzatomo, tanto per citarne alcune). Non sono mancati i complimenti ai soci che si sono fatti onore (Pittari tradotto in portoghese, Stasi autore di testi importanti), nonché la consegna di tessere ai soci sostenitori. Alla tesoriera Laura Fusetti è stata conferita la nomina di delegato per la Provincia di Roma, con l’incarico di organizzare conferenze e spettacoli. La stessa ha comunicato di aver invitato il famoso pianista Michele Di Toro e il soprano Yasco Fujii per un concerto da tenersi in Sala convegni dopo la cena di gala del sabato; mentre un altro concerto è previsto per il mese di novembre, a Roma, presso il Circolo Magistrati della Corte dei Conti. Ha parlato, poi, del 2° Concorso in prosa romanesca (Rustica romana lingua). La seduta si è chiusa con la comunicazione, da parte del Presidente, di altri premi concernenti la poesia dialettale indetti in varie regioni d’Italia. Senza un attimo di noia, noi partecipanti siamo passati dalla gustosa cena allo spettacolo di musica melodica a cura del nuovo socio Alberto Canfora, che, accompagnandosi con la chitarra, ha intrattenuto il pubblico con le sue canzoni in dialetto romanesco. Ed eccoci a sabato 11 ottobre, giorno della visita all’Abbazia di San Benedetto a Subiaco. Eravamo un nutrito gruppo, composto da poeti e familiari, su quattro comodi pullman, accompagnato da esperte e simpatiche guide; dopo un tragitto attraverso colli e vallate, abbiamo raggiunto quel luogo mistico, nonché gioiello dell’arte, che è il Sacro Speco. Già in viaggio, abbiamo appreso interessanti notizie sulla terra degli Ernici, sull’esplosione turistica di Fiuggi a fine Ottocento, sugli oliveti senza mosca olearia, sulla vita di San Benedetto, sulla pietra cardellina, usata nel tempo per i rifacimenti delle chiese. Ci siamo incantati, prima percorrendo gli altipiani di Arcinazzo, poi ammirando gli affreschi di scuola senese (specie la rappresentazione teatrale della Passione di Cristo), quelli umbro-marchigiani, nonché la suggestione del Sacro Speco, scavato nella viva roccia, ove troneggia la statua di S. Benedetto scolpita da Antonio Raggi, allievo di Bernini. Un pomeriggio studioso ci attendeva dopo lo squisito pranzo. Il discorso del sindaco Virginio Bonanni ci ha edotto sulle virtù curative dell’acqua di Fiuggi che guarì il papa Bonifacio VIII dalle noie urinarie e dalla calcolosi, sul mutamento di nome della località (che fino al 1911 si chiamò Articoli di Campagna), sui personaggi che hanno apprezzato la città (Picasso e Silone). Da medico umanista egli ha poi elogiato la poesia e ha affermato che il mondo deve reggersi sui sentimenti. E’ seguita l’interessante conferenza del Prof. Marcello Teodonio, massimo esperto di Belli, sui dialetti del Lazio. L’ampia regione risente della presenza forte di Roma, ma esistono delle sub-regioni inglobate in essa a partire dalla formazione delle Province. Nei limiti estremi (Amatrice e Minturno), i dialetti rivelano avamposti di altre regioni: della Toscana nel Viterbese, della Campania a Latina e Frosinone, dell’Abruzzo a Rieti. Più precisamente, occorre distinguere una 1^ area: Provincia di Viterbo a Nord-Ovest; 2^ area del romanesco (che comprende il Circeo e Civitavecchia); 3^ area Sud-orientale (Rieti e Frosinone) 4^ area: meridionale con influssi campani. Molte parole laziali sono entrate, attraverso il cinema e la TV, nella lingua italiana. Qualche esempio: staccionata, pupo, pila, robivecchi (dal giudaico-romanesco del ghetto). Per fatti storici o spostamenti di confini, il Lazio è stata una regione di continui cambiamenti, più evidenti nel parlato. Notevoli sono le testimonianze letterarie. Vanno citati alcuni poeti (come Canevari, Marzi, Marini, Fefè e il reatino seicentesco Loreto Mattei, oltre al grande Belli e a tutto il filone romanesco). Continua è stata l’osmosi tra livello basso e livello alto della lingua. Si è aperto, a questo punto, lo spazio riservato agli 88 poeti: prima tornata in ordine alfabetico, poiché è stata estratta la lettera A. La serata, dopo la cena di gala, ha offerto a tutti un indimenticabile concerto (dal classico al leggero, dal leggero al lirico), con brani di Valentini Puccitelli, di Chopin, di Tosti, di Puccini . Favolosi gli interpreti Michele Di Toro e Yasco Fujii, applauditi con una vera e propria standing ovation. Domenica mattina, l’ora più bella: la Santa Messa celebrata da padre Vincenzo nella Chiesa dei Cappuccini Regina Pacis. Ormai tutti attendiamo con emozione il caro rito delle preghiere nei vari dialetti e delle offerte, consistenti in specialità regionali, trasportate fino all’altare in devota processione. Giungiamo al secondo pomeriggio di approfondimento culturale. Dopo il saluto dell’assessore e delle tre coltissime guide, il delegato Borsari ha introdotto il professore, giornalista e scrittore Claudio Angelini. La sua dissertazione ha riguardato il pensiero politico di Dante (il primo che nel “De vulgari eloquentia” tentò una classificazione dei dialetti italiani). Il grande poeta fu sostenitore dell’Impero e auspicò la discesa di Arrigo VII di Lussemburgo, per domare il caos esistente nelle vicende politiche; ma poi comprese che i sovrani sono inaffidabili e che non aveva senso seguire i dettami dell’autorità imperiale, di fronte alle prospettive eterne. Inoltre immaginava le realtà locali: i comuni saggiamente amministrati. E’ seguita la disamina da parte del Prof. Porfirio Grazioli (Presidente del Centro Romanesco Trilussa, Direttore della “Città dei Ragazzi”, giornalista, giurista, dialettologo con contatti in Germania e Lituania) sulla poesia dialettale in Ciociaria. Chi meglio di lui, nato a Trevi, a due passi da Fiuggi, avrebbe potuto padroneggiare l’argomento? Ha ribadito che la Ciociaria è una delle regioni più pittoresche del mondo, è cerniera tra il Meridione e il Centro, culla di grandi personalità (Cicerone, i papi Bonifacio VIII e Leone XIII, S. Benedetto), abitata da gente laboriosa. Ha poi elencato i nomi di spicco in fatto di letteratura e di arte: Mario Equicola, umanista di Alvito, Libero de Libero, Purificato, Gazzelloni. Si è espresso sulla vitalità dei poeti ciociari: da Attilio Taggi di Sgurgola, ad Aldo Zangrilli di Segni, ai contemporanei Felice Cupini di Ferentino, Vincenzo Misserville di Ceccano, Lucia Lorenzi, giovane poetessa lepina, nonché il nuovo socio di Fiuggi, Siro D’Amico. Dopo la seconda tornata di poesia dialettale e la sempre gustosissima cena, il convegno si è chiuso con lo spettacolo di talenti dell’A.N.PO.S.DI. Alle poesie degli scomparsi Fasciglione, Tosti, Tolino e Marzà (lette da fini dicitori), alternate a canzoni interpretate da Amerigo Marino e da Mariuccia Paglia, è seguita una validissima rassegna teatrale. Scroscianti applausi hanno salutato l’esibizione del grande Pulcinella Salvatore Calabresi; di Vittozzi e Basurto (in “I cecati di Caravaggio” di Salvatore Di Giacomo); degli stessi più l’attrice Lucia Oreto della Compagnia “S.Carlino” (ne “Le voci di dentro” di Eduardo); del gruppo siciliano diretto da Nino D’Amico (scena finale de “La baronessa di Carini”, scene da “L’uomo, la bestia e la virtù” di Pirandello). Veramente un convegno indimenticabile; un evento da conservare gelosamente tra i ricordi più belli. Grazie, Presidente, per l’entusiasmo, per la perfezione organizzativa, per la dedizione profusa nella non facile impresa!

Di Elisabetta Di Iaconi

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