CONVEGNO DI PRIMAVERA
MARATEA 9-13 Maggio 2019
Si è appena concluso il CONVEGNO DI PRIMAVERA, tenutosi a MARATEA 9-13 Maggio 2019
di Giuseppe Biscione
Per la prima volta la Basilicata vede riuniti in Convegno poeti dialettali provenienti dalle diverse realtà geografiche dell’Italia, dalla Sicilia alla Lombardia.
Nel primo pomeriggio di giovedì 9 maggio, la hall dell’Hotel "Villa del mare", in località Acquafredda, frazione di Maratea, si anima e si riempie di voci; si procede alla registrazione dei convenuti e all’assegnazione delle camere, nelle quali gli ospiti trovano una confezione di dolcetti, gentile offerta della direzione alberghiera, una copia della rivista "Voci Dialettali", una litografia opera del’artista campana Elena Ostrica, un cospicuo numero di carte turistiche, mappe e itinerari naturalistici della bella Basilicata, di quella conosciuta e di quella da scoprire.
Ma la prima scoperta mozzafiato si ha non appena i convegnisti aprono le tende dei balconi: mare e monti, verde e azzurro, un dittico che nessuno dei più grandi artisti riuscirebbe a realizzare nella sua autentica bellezza.
L’incanto e il fascino del paesaggio fanno dimenticare la fatica del trasporto dei bagagli e i tanti gradini da scendere e salire per accedere agli alloggi; con rammarico e disappunto si vedono costretti ad allontanarsi da quel meraviglioso spettacolo per primi i membri del Consiglio Direttivo, chiamati in riunione alle ore 16.00, poi i Delegati Regionali, convocati per le ore 17,30.
Alle ore 18.30 tutti riuniti nella sala Congressi "Delfino" per l’Assemblea dei Soci: il Presidente, dott. Mimmo Staltari, dopo aver salutato i convenuti e ringraziato quanti si sono prodigati per l’organizzazione e la buona riuscita del Convegno, fa presente che molti iscritti, forse perchè impossibilitati a partecipare ai Convegni, non hanno rinnovato la tessera, venendo meno a quello che è il vero e autentico spirito dell’A.N.PO.S.DI.: far parte della famiglia di poeti dialettali, sentirsi accomunati dall’amore per la poesia e contribuire alla sopravvivenza dell’Associazione, a prescindere dalla partecipazione ai Convegni.
E’ di conforto, tuttavia, l’iscrizione di quattro nuovi tesserati, accolti con un sentito "benvenuto" e con un caloroso applauso: giunge dal Lazio il poeta e pittore Mario Sista, ancora dal Lazio ma di origine lucana (Acerenza - Pz) il Prof. Domenico Gilio, dalla Calabria la poetessa Giovanna Oro e dalla Puglia il poeta Cosimo Bombino.
Dopo aver comunicato le opportune informazioni organizzative, il Presidente scioglie l’Assemblea.
Alle ore 20.00 tutti a cena nella sala ristorante "Conchiglia", non prima di aver gustato il raffinato cocktail gentilmente offerto dalla direzione alberghiera.
Gradita novità per i commensali: l’ottima cena è allietata dalla melodiosa voce di Gloria Vernucci, accompagnata al piano dalla sorella Gabriella; un duo di tutto rispetto che il "Centro culturale Josè Mario Cernicchiaro" ha chiamato per intrattenere i convegnisti.
Alle ore 8,30 di venerdì 10 maggio tutti pronti per la partenza in pullman per Rivello (PZ), dove ci aspetta la dott.ssa Cristina Florenzano, per introdurci nelle meraviglie del complesso monumentale di sant’Antonio da Padova. Il percorso è di per sè uno spettacolo. Dal mare ci si inerpica verso il monte fra piante lussureggianti e imponenti sporgenze rocciose; dietro ogni tornante una sorpresa: in basso la costa punteggiata da ville perfettamente mimetizzate nella vegetazione che le circonda, più in alto sovrastano ginestre e rocce brulle in una incantevole policromia. Intanto il prof. Rocco Saracino, esperto conoscitore del territorio lucano, fornisce ai viaggiatori dettagliate informazioni sulla storia, sull’economia e sulle bellezze paesaggistiche della regione.
Giunti a destinazione la dott.ssa Florenzano ci accompagna nel pronao e nel chiostro del convento per illustrare con competenza e straordinaria chiarezza i bellissimi affreschi di Giovanni Todisco che tappezzano le pareti e le arcate. All’interno del refettorio il bellissimo affresco dell"Ultima cena" che, per particolarità iconografiche e iconologiche, si differenzia dalle raffigurazioni canoniche.
Rientrati in albergo, dopo il pranzo e un breve riposino, ci si ritrova tutti nella sala congressi per l’apertura dei lavori. Si inizia con il saluto del Presidente, seguito da quello della dott.ssa Isabella Di Deco, Assessore alla cultura del Comune di Maratea.
Giunge il momento delle relazioni. Per questo pomeriggio ne sono previste due, quella della prof.ssa Tina Polisciano: "Maratea fra storia e fede" e quella del prof. Pasquale Tucciariello, scrittore, saggista e giornalista di Rionero in Vulture (PZ):"E voi, quei Ribelli, non chiamateli Briganti", una profonda riflessione su quel fatto storico post-unitario, che comunemente e, come dice il professore, erroneamente viene definito "Brigantaggio meridionale".
Il contenuto della relazione è riportato integralmente in altre pagine della Rivista.
La prof.ssa Polisciano, presidente del "Centro culturale Josè Mario Cernicchiaro", autrice, fra l’altro, del libro "Maratea, quando il pane aveva il sapore del mare", illustra luoghi, usanze, tradizioni, canti, religiosità , storia e leggende di Maratea, sottolineando la necessità di ricordare, conservare, elaborare e trasmettere alle giovani generazioni molti aspetti del nostro passato a rischio di oblio, se non già dimenticati. La relatrice evoca i tratti dell’esistenza di una volta e racconta la durezza di lavori ingrati, i destini segnati dall’emigrazione, il fondamentale ruolo delle donne; una storia di gente comune di un centro che ha saputo conservare e valorizzare le tradizioni del passato senza però rinunciare a mettersi al passo con i tempi. Quella che la prof.ssa Polisciano ha raccontato è la Maratea degli uomini e delle donne che faticavano duramente giorno dopo giorno, anno dopo anno e che la corrente della storia avrebbe trascinato via se anime sensibili e fortemente legate alla cultura di quei luoghi non avessero recuperato e tramandato le semplici tracce, fatte di storie vere affidate alla oralità e alle memoria generazionale.
Si è soffermata, poi, sul particolare rapporto che Maratea ha avuto e continua ad avere con la fede: le tante chiese e cappelle intitolate alla Vergine Maria testimoniano quanto diffuso fra gli abitanti della cittadina sia il culto mariano, ma è a San Biagio che viene dedicata una solenne festa patronale di quattro giorni, che culmina la seconda domenica di maggio di ogni anno.
E’ il momento del recital di poesie nei vari dialetti, preceduto dall’inno ufficiale dell’A.N.PO.S.DI. eseguito dal poeta e musicista Giuseppe Bernasconi, che con canzoni e filastrocche, accompagnate dalla sua chitarra, intervalla le declamazioni.
Come sempre il Presidente introduce le poesie con un commento personale e circostanziato, che predispone gli ascoltatori a gustarne meglio il contenuto.
La serata si conclude con il brioso e divertente varietà del Teatro napoletano anposdino "carrellata di napoletanità", che vede impegnato nella recitazione l’ormai collaudato gruppo di soci, poeti e attori campani.
Alle ore 8.30 di sabato 11 maggio di nuovo in pullman per raggiungere le rive del lago Sirino, un piccolo bacino idrico naturale, posto in una dolina carsica alle falde della vetta omonima, nel comune di Nemoli.
Il bacino, alimentato da sorgenti perenni, è circondato da una ricca flora contraddistinta da ontani, olmi, castagni, pioppi, diverse specie di conifere e vegetazione palustre; le sue acque sono popolate da una variegata fauna ittica.
Sulle rive del lago abbiamo potuto visitare il Micromondo, il primo parco tematico sulla geologia, ideato da due geologi lucani, Patrizia Magnotti e Dario Rizzo, col preciso intento di rendere la Geologia fruibile a tutti. Attraverso plastici tridimensionali dinamici, supporti audiovisivi e svariate simulazioni, vengono illustrati virtualmente i processi geologici, dalle origini all’evoluzione del pianeta: genesi del sistema solare, tettonica a zolle, terremoti, vulcani, glaciazioni, frane e fonti di energia.
Si rientra in Hotel alle ore 13.00 per il pranzo; qualche ora di relax e di nuovo in sala congressi per le declamazioni del secondo gruppo di poeti. Prima, però, trenta minuti di alta cultura: il prof. Pasquale Stoppelli, lucano di nascita, già docente di Filologia Italiana presso l’Università "La Sapienza" di Roma, presenta all’attento uditorio l’opera e la personalità di Albino Pierro (Tursi,1916 - Roma, 1995), la massima espressione della poesia dialettale lucana, poeta che ha utilizzato il tursitano arcaico per parlare dei temi della memoria, della ricerca personale, dell’angoscia esistenziale.
E’ la volta del secondo gruppo di poeti dialettali, venti in tutto; le declamazioni, questa volta non sono intervallate dal bravo Bernasconi ma da un musicista di professione, il maestro Rocco Baccelliere da Oppido Lucano (PZ), maestro di viola e di fisarmonica.
Lo ritroviamo nel dopocena per lo spettacolo serale "Serenata alla luna e al mare di Maratea"; e via con mazurche, tanghi, valzer, polche, fox trot, beguine, oltre a un vasto repertorio di canzoni napoletane. Non sono mancati brani impegnativi, dal "Libertango" di Piazzolla all’interludio dell’opera "La favola dello zar Saltan", di Rimskij-Korsakov, meglio conosciuto come "Il volo del calabrone". Si è ballato fino a mezzanotte; digerita la lauta cena con tanto di torta, dimenticata la fatica della passeggiata sulle rive del lago Sirino, passati gli acciacchi, le artrosi, le sciatiche.
Tre momenti di sosta per ascoltare le declamazioni in vernacolo veneto, napoletano e romanesco di Vincenzo Mancazzo, che ha accompagnato il maestro Baccelliere per presentare i suoi brani.
E siamo a domenica 12 maggio. La pioggia, caduta abbondante durante la notte e che ancora punteggia le vetrate e gli ampi terrazzi dell’Hotel, consente di prolungare la colazione e dissuade la maggior parte dei convegnisti dal recarsi, come da programma, nel centro storico di Maratea.
Solo una decina di arditi affrontano la pioggia e non rinunciano alla visita della chiesa di San Biagio, patrono della città e ad una passeggiata per i caratteristici vicoletti protetti dall’ombrello e dalle larghe braccia del Redentore, che s’innalza imponente sulla cima del monte San Biagio.
Ma non pensino di starsene con le mani in mano coloro che sono rimasti in albergo.
Il Presidente Staltari non concede soste! li riunisce nell’ampio salotto e organizza e dirige i canti corali che, di là a poche ore, dovranno accompagnare la celebrazione della Santa Messa.
Alle ore 11.30 tutti nella Chiesa parrocchiale dell’Immacolata ad Acquafredda dove, prima di dare inizio alla celebrazione eucaristica, il buon parroco, don Raffaele Caiafa, intrattiene i fedeli con la recita del santo Rosario. Inizia, quindi, la celebrazione: la prima e la seconda lettura vengono affidate rispettivamente al poeta della Calabria Spanò Ferdinando e al lucano Rocco Saracino, il salmo responsoriale è cantato dal Presidente Staltari, la preghiera dei poeti è declamata dal campano Franco Bruno Vitolo. Le preghiere dei fedeli, recitate nei vari dialetti, chiudono la liturgia della parola e, subito dopo, durante l’offertorio, vengono portati sull’altare i cesti con i prodotti tipici regionali. La cerimonia religiosa si conclude con i ringraziamenti da parte del Presidente a don Raffaele Caiafa e con la consegna di una pergamena.
Nel pomeriggio si riprendono i lavori con i saluti del Presidente e con l’intervento della prof.ssa Tina Polisciano che presenta all’assemblea il Prof. Maurizio Ulino, araldista e paleografo, autore di studi e saggi storici. Il professore relaziona sulla storia della famiglia Grimaldi e in particolare sui "Grimaldi, Principi di Monaco, in Basilicata". Studi storici, afferma il professore, confermano che in passato, precisamente tra la fine del’500 e gli inizi del ‘600, Ercole Grimaldi, in quanto Governatore del Marchesato di Campagna, si sia fermato a Ripacandida e a Ginestra, due feudi in terra di Basilicata strettamente legati al Marchesato.
Si passa, dunque, al Recital delle poesie intervallate dagli stacchetti di Giuseppe Bernasconi; nel frattempo viene invitata a sedere al tavolo della presidenza la dott.ssa Isabella Di Deco, Assessore alla cultura del Comune di Maratea, che ha voluto rivivere le emozioni provate durante le declamazioni di venerdì 10, allorquando è intervenuta per rivolgere il benvenuto ai convegnisti, a nome dell’Amministrazione Comunale.
Lo spettacolo serale riporta l’uditorio nella dolce atmosfera della poesia con le melodiose note della pianista Giuseppina Gallozzi e della giovanissima e talentuosa violoncellista Ludovica Ventre.
Cala così il sipario su questo Convegno che sicuramente sarà ricordato per la bellezza dei luoghi in cui si è tenuto, per l’ospitalità e la gentilezza degli albergatori, per lo spessore culturale dei relatori, per la qualità degli spettacoli serali.
Un sentito ringraziamento va al Presidente dott. Mimmo Staltari per l’impegno e l’entusiasmo che sempre lo contraddistinguono, da parte di tutti i Soci e, in particolar modo, del sottoscritto a dei lucani.
A quelli che, per motivi sicuramente validi e legittimi, non hanno potuto partecipare al Convegno di Maratea, non resta che ripetere la frase che i napoletani scrissero sul muro del cimitero, il 10 maggio del 1987, in occasione della vincita del primo scudetto:
"non sapìtë che vë sìtë pèrsë".